“Un vero e proprio attacco alla scienza”. Così la senatrice a vita e farmacologa Elena Cattaneo ha commentato la decisione del Consiglio di Stato, resa nota nella mattinata del 24 gennaio 2020, di sospendere l’autorizzazione alla fase sperimentale su macachi del progetto di ricerca europeo “LightUp” guidato dai professori Marco Tamietto e Luca Bonini delle Università di Torino e Parma, i quali, ricorda, “negli scorsi mesi sono stati minacciati di morte a causa dei loro studi”.
“Nell’ordinanza – evidenzia Cattaneo – che contraddice quanto stabilito dal Tar del Lazio lo scorso novembre, si inverte l’onere della prova, pretendendo che sia il Ministero della Salute a dover dimostrare l’inesistenza di metodi alternativi alla sperimentazione su animali. Stupisce come il Consiglio di Stato non offra alcuna argomentazione a sostegno della decisione di ribaltare la decisione del Tar”.
“I giudici – spiega la senatrice a vita e docente della Statale di Milano – disconoscono la premessa nota di tutta la vicenda. Come sa, o dovrebbe sapere, chiunque si occupi o si trovi a decidere di delicati temi di ricerca, è la stessa direttiva europea sulla sperimentazione animale a prevedere che né l’Erc (Consiglio europeo della Ricerca; NdR), né il Ministero della Salute, né le rispettive Università possano autorizzare un progetto in tal senso, se esistono metodi alternativi che la scienza ha certificato come altrettanto validi. In altre parole, è già obbligo di legge che i progetti debbano includere la prova dell’assenza di alternative alla sperimentazione animale: vengono giudicati anche su questo”.
Conclude Cattaneo: “Di fronte a decisioni del genere, che – seppur provvisorie – ostacolano e bloccano la nostra ricerca, non può stupire che tanti ottimi studiosi italiani scelgano di fuggire dall’Italia, portando i loro progetti di eccellenza, e i relativi finanziamenti ottenuti vincendo la competizione al vertice della ricerca europea, in Paesi le cui istituzioni sostengono la scienza non con dichiarazioni retoriche sulla ‘fuga dei cervelli’, ma applicando le normative vigenti senza ulteriori restrizioni e divieti”.
Approfondimenti:
Qui l’ordinanza del TAR del Lazio del 4 novembre 2019.
Qui l’ordinanza del Consiglio di Stato del 23 gennaio 2020 che contraddice la precedente.