In 14 anni di sovrafinanziamento pubblico all’IIT, l’ente genovese ha accantonato un “tesoretto” di oltre 400 milioni che è bloccato in conti infruttiferi in Banca d’Italia. Sono risorse erogate dallo Stato per la ricerca ma non utilizzate per quel fine. Si è recentemente aperto un dibattito, in Parlamento e sulla stampa, su come restituirne una parte alla ricerca pubblica.
In occasione della discussione sulla cosiddetta “Manovrina”, approvata definitivamente lo scorso 15 giugno (Legge 21 giugno 2017, n. 96), si è discusso alla Camera della possibilità di destinare alla ricerca pubblica del Paese, in via competitiva e su tutte le discipline, parte delle risorse pubbliche gradualmente accantonate negli anni dall’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), dal 2003 ad oggi, come conseguenza di un eccesso di finanziamento pubblico concesso all’Istituto. In particolare, con un emendamento, è stata proposta la possibilità di destinare alla ricerca pubblica del Paese 415 dei milioni accumulati da IIT. Queste risorse sono nominalmente presenti sul conto infruttifero n.25039 aperto presso la Banca d’Italia (l’Ente continuerebbe a ricevere 100 milioni annui).
L’emendamento è stato poi ritirato in seguito alla comunicazione, da parte del Miur, di un incontro a cui hanno partecipato anche presidente e direttore scientifico dell’IIT e il Ministro dell’Economia Padoan che si sarebbe concluso con una “convergenza Miur-IIT”. Nel comunicato del MIUR, viene specificato che “è stato convenuto di esplorare un comune percorso volto a impiegare risorse messe a disposizione dall’IIT, previo parere favorevole dei propri organi deliberativi, allo scopo di promuovere, su obiettivi strategici condivisi, progetti di ricerca di interesse nazionale per lo sviluppo del sistema economico del Paese, nonché azioni destinate all’ingresso di giovani nel modo della ricerca“. Secondo fonti stampa le risorse che l’IIT sarebbe pronto a “restituire” al sistema della ricerca pubblica 250 milioni.
In attesa di comprendere meglio forme, tempi e modalità di quanto annunciato, la Sen. Cattaneo a ricostruito in un intervento sul Secolo XIX la questione “tesoretto”. Alla replica dell’IIT, la Senatrice ha risposto con una lettera al direttore del quotidiano genovese in cui ha chiarito una serie di imprecisioni, e infine alcuni interventi volti ad una migliore comprensione dell’intera vicenda: qui gli articoli.
Ad oggi, né IIT né il MEF hanno confermato l’esistenza effettiva del “tesoretto” (415 milioni) sul conto corrente della Banca d’Italia.
La vicenda è stata oggetto di un ciclo di interviste andate inonda su Radio Radicale, all’interno del programma Il Maratoneta – Trasmissione dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica:
– 3 giugno 2017, il ciclo si è aperto con un’intervista della Senatrice Cattaneo – ASCOLTA
– 10 giugno 2017, sul tema è stato intervistato Enrico Bucci, professore aggiunto in biologia dei sistemi complessi alla Temple University ed esperto in integrità della ricerca scientifica, ha collaborato all’analisi dei dati e dei documenti reperiti dalla Senatrice Cattaneo – ASCOLTA
– 17 giugno, il ciclo di interventi si è chiuso con l’intervista al Sen. Fabrizio Bocchino (Sinistra Italiana), membro della Commissione Istruzione pubblica del Senato – ASCOLTA