“Il sondaggio di oggi ci ricorda che i contrari ai vaccini sono una minoranza e, negli ultimi due anni, la percentuale di quanti ritengono che nessuna vaccinazione debba essere obbligatoria è più che dimezzata”.
Così la senatrice Elena Cattaneo è intervenuta su La Repubblica il 21 settembre 2017, commentando un sondaggio che mostrava come, negli ultimi due anni, molta parte della popolazione italiana sia diventata più sensibile al tema dell’obbligo vaccinale.
Quest’estate, nel pieno del dibattito sul ripristino dell’obbligo vaccinale, è stata sostenuta ogni teoria utile a dissuadere dall’adottare la legge. Il sondaggio di oggi ci ricorda quel che era noto già in quei giorni: i contrari ai vaccini sono una minoranza e, negli ultimi due anni, all’aumentare della visibilità del tema, la percentuale di quanti ritengono che nessuna vaccinazione debba essere obbligatoria è più che dimezzata. Per converso, è raddoppiata quella degli italiani convinti che tutte le vaccinazioni disponibili dovrebbero essere obbligatorie. Per riflettere su questo dato prezioso è utile ripercorrere alcuni fatti degli ultimi 24 mesi.
Il 2015 è l’anno del richiamo dell’OMS all’Italia sul calo delle vaccinazioni. Il Paese era pericolosamente sotto la soglia di sicurezza che garantisce l’immunità di gregge. Con il dilagare delle campagne anti-vacciniste, fondate su passaparola e web, e in mancanza di un’informazione pronta a controbilanciarle, in tanti hanno iniziato erroneamente a pensare che i virus non fossero più intorno a noi, che non ci si dovesse più difendere e che i vaccini, quindi, fossero inutili, se non pericolosi. La distinzione artificiosa (dal punto di vista medico) tra “obbligatorie” e “raccomandate” non ha aiutato a rappresentare i rischi della mancata vaccinazione. Tra le dolorose conseguenze di questa tendenza ci sono i casi di bambini deceduti per il morbillo.
Il 2016 è stato l’anno dei decessi per meningite, dalle studentesse di Milano al focolaio toscano. La notizia ha scatenato curiosità, paura, quindi la corsa al vaccino. Anche dall’estero arrivavano notizie poco rassicuranti: ad esempio i casi di bambini morti di difterite, malattia considerata eradicata, prima in Spagna poi in Belgio.
Il tema delle malattie infettive e dei vaccini iniziava a conquistare spazi sui media. Alla “contro informazione” della rete, reagiscono anche le istituzioni sanitarie. L’Ordine dei Medici, ad esempio, delibera la radiazione dei medici alfieri del movimento anti vaccinale.
Nella primavera di quest’anno, a seguito dell’ennesimo richiamo dell’OMS, il ministro Lorenzin, di concerto con l’ISS, ha annunciato il ripristino dell’obbligo vaccinale. Dall’inizio del 2017 i casi di morbillo segnalati in Italia erano ormai diventati 3.346 (fino al mese di luglio), due dei quali mortali, oltre il 500% in più rispetto allo stesso periodo del 2016. La questione cresce fino a caratterizzarsi per un discrimine, anche culturale, tra quel che ha un senso scientifico e quel che non lo ha. E aumenta anche la fame di informazioni accurate e scientificamente valide.
Il sondaggio di oggi ci racconta il rafforzarsi di una nuova consapevolezza nei cittadini che hanno ricominciato a credere in una delle maggiori conquiste della storia della medicina. Si è confermato quanto studi di scienze neuro-cognitive suggerivano da tempo: un’informazione corretta è fondamentale ma non sufficiente a vincere pregiudizi. Purtroppo è servita la concretezza del pericolo e delle sue conseguenze, ancora più efficace se in un contesto di prossimità geografica, per smuovere convinzioni e far cambiare radicalmente idea.
Incoraggiati da questi numeri, deve continuare e rafforzarsi l’impegno delle istituzioni politiche e sanitarie, fino al singolo medico territoriale, con l’avallo di un’informazione quotidiana responsabile, affinché queste percentuali non solo si consolidino ma aumentino. Questa è la strada per avere una società che non solo sia immune da malattie evitabili ma anche “vaccinata” contro la cattiva e quindi pericolosa informazione.
L’autrice è Docente all’Università Statale di Milano e Senatrice a vita