Attività promosse dalla Sen. Elena Cattaneo in Senato
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Il gender gap della ricerca – Da Repubblica dell’11 febbraio 2024

In occasione della Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, Elena Cattaneo racconta la storia di due ricercatrici italiane che, a vent’anni di distanza, hanno chiesto l’autorizzazione a sperimentare varietà vegetali migliorate geneticamente per affrontare meglio parassiti e sconvolgimenti climatici, e rimarca il divario di genere presente nella ricerca anche a causa di pregiudizi e barriere invisibili, da studiare e scardinare.

Ecco l’articolo della senatrice Cattaneo.

“Vittoria Brambilla è una ricercatrice di biologia vegetale dell’Università di Milano. Con il suo gruppo di ricerca studia come applicare le conoscenze della genetica per migliorare e proteggere le nostre piante e, in particolare, come difendere il riso dalla malattia detta brusone.

Oggi, 11 febbraio, è la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, istituita nel 2015 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per riconoscere l’importanza del ruolo femminile in campo scientifico e promuovere lo studio delle discipline Stem come motore di emancipazione. Quest’anno mi piace celebrarla raccontando la storia di Vittoria Brambilla anche per ricordare che è sua la firma riportata sulla richiesta di sperimentazione in campo di una varietà di riso geneticamente modificato – attraverso la tecnica di “taglia e cuci” molecolare Crispr/Cas9 – depositata il 2 gennaio scorso presso il ministero dell’Ambiente.

Si tratta di una firma importante, perché per trovare un’altra richiesta simile in Italia bisogna risalire a marzo 2004. Anche allora fu una scienziata donna, la professoressa Alessandra Gentile dell’Università di Catania, a chiedere al ministero di poter sperimentare in campo una varietà di limoni transgenici resistenti al malsecco. La sua richiesta fu respinta. Così, quei limoni sono stati sperimentati (con successo) in Cina. Da allora, ricercatrici e ricercatori italiani hanno rinunciato a presentare richieste di sperimentazione di piante geneticamente migliorate, sapendo già che le autorità preposte le avrebbero bloccate, applicando la legge nella maniera più restrittiva possibile. Per vent’anni, politici di tutti gli schieramenti hanno affossato la ricerca sulle biotecnologie agrarie senza alcuna ragione scientifica, causando danni economici e culturali enormi.

Il riso sviluppato da Vittoria Brambilla è ottenuto con le tecniche di evoluzione assistita per le quali, a partire dallo scorso anno e (almeno) fino a dicembre 2024, ci si potrà avvalere della parziale semplificazione delle procedure necessarie a richiederne la sperimentazione in campo aperto. Questa richiesta di sperimentazione oggi vale doppio: riapre le porte della nostra ricerca nel campo delle biotecnologie agrarie, ma è soprattutto un segnale per la società tutta, a partire dalle giovani studentesse, di quanto possano essere dirompenti le capacità e la determinazione di una donna nel fare ricerca di frontiera in un settore Stem storicamente a prevalenza maschile.

Di recente ho approfondito gli studi sulle disparità di genere nelle carriere scientifiche condotti da Camilla Gaiaschi, ricercatrice dell’Università del Salento. A lei ho chiesto se l’opinione diffusa per cui alcune competenze (tra cui quelle nelle materie Stem) siano prettamente maschili o femminili avesse fondatezza scientifica. Gaiaschi mi ha spiegato che le differenze di performance, rilevate da test o analisi, variano nel tempo e geograficamente, a dimostrazione di quanta influenza abbiano i fattori socio-culturali sullo sviluppo di ragazze e ragazzi. In altre parole, la biologia c’entra poco. Gaiaschi mi ha parlato anche di riscontri differenti che insegnanti o genitori danno (spesso inconsapevolmente) a ragazze e ragazzi e che possono avere effetti più o meno negativi sull’autostima femminile.

Se questo è il dato di partenza, non resta che rimboccarci le maniche e far sì che il contesto socio-economico, gli strumenti didattici, le aspettative sociali e familiari contribuiscano a creare un ambiente fertile per le capacità, aspettative e desideri di ogni ragazza (e ragazzo), senza negare l’esistenza di un gap di genere da colmare ed evitando di perpetuare stereotipi che ostacolano il pieno sviluppo dell’intelligenza di ciascuno. Se di Vittoria Brambilla ce n’è una, di grandi e piccole vittorie, maschili e femminili, in tutti gli ambiti della scienza così come nella vita ce ne possono essere molte. Tutte differenti, tutte importanti”.