La scelta di Franco Fiorini, probabilmente tra gli ultimi italiani ad essersi ammalato di poliomielite, di lasciare ogni suo bene alla ricerca scientifica.«Lascio ogni mio bene, immobile e mobile, alla dottoressa Elena Cattaneo, Senatrice a vita, affinché li destini, come meglio crede, alla ricerca scientifica». Provo a immaginare quest’uomo circondato dai suoi libri, oltre 5000, volumi di filosofia e di scienza, mentre scrive queste parole, mentre lega in segreto le risorse della sua vita alle azioni di una scienziata. Un uomo schivo, Franco Fiorini, ma non per questo poco attento al mondo, una persona, fino qualche giorno fa, a me completamente sconosciuta.
La storia di Franco mi è stata raccontata dal suo avvocato, una delle persone a lui vicine. Sono venuta a sapere che era affetto da poliomielite dall’età di 9 anni, una malattia che gli aveva causato gravi problemi di deambulazione. Comincio a capire perché abbia scelto la “ricerca scientifica” come destinataria dei suoi beni, quella stessa che solo pochi anni dopo avrebbe reso disponibile un vaccino in grado di cambiare la sua stessa esistenza se somministrato in tempo utile (il vaccino fu introdotto in Italia nel 1958, diventando obbligatorio nel 1966). Probabilmente Franco è stato tra gli ultimi italiani ad essersi ammalato di poliomielite.
La sua scelta è un messaggio che incoraggia, chi fa ricerca, a continuare a lavorare affinché la scienza possa precedere libera da ogni condizionamento per raggiungere nuovi obiettivi di conoscenza che si traducano in una vita migliore per tutti. Ecco perché ho deciso che, una volta concluso l’inventario dell’eredità che ne garantirà la trasparenza, il lascito di Franco sarà destinato a quello che mi piace definire “il laboratorio Italia”. Mi riferisco ai tanti giovanissimi ricercatori pubblici italiani, che fanno fatica ad avviare progetti perché i fondi sono pochi, intermittenti, inaffidabili. Voglio che sia anche Franco a permettere loro di sviluppare nuove idee all’interno delle nostre valide università pubbliche. Sarà anche grazie alla sua volontà se permetterà al Paese di trattenere queste idee e di trasformarle in nuove conoscenze al servizio di tutti.
Chissà se Franco ha mai immaginato che l’altruismo del suo gesto avrebbe raccolto così tanta commozione, se immaginava che il suo nome, pochi giorni dopo la sua morte, sarebbe stato ripreso da tv e giornali e scandito nelle Università e nelle Aule parlamentari. Forse ancor di meno avrebbe immaginato che la sua storia varcasse le Alpi, per ricevere un’eco internazionale dalle pagine di Nature che proprio oggi ripercorre la sua vita e racconta la sua scelta per la ricerca.
Ieri, in Senato, ho voluto rendere partecipi i colleghi dell’Aula di questa storia che mi ha coinvolto spiegando che, in realtà, coinvolge anche loro. Il gesto di Franco credo debba essere letto come un atto di affidamento incondizionato nelle istituzioni pubbliche del Paese, nelle Università e nel Parlamento, perché racconta della fiducia che i cittadini ancora vi ripongono.
Egli non ha cercato una rivincita sulla sua malattia, non ha dichiarato prima della morte le sue intenzioni per ricevere un ringraziamento dal Paese. Ha fatto a tutti noi un regalo. In un’epoca in cui le istituzioni sono quotidianamente svilite, il gesto di Franco ci ricorda che esse possono continuare ad essere un importante riferimento per la società e mi auguro possa anche essere da monito per ricordare a noi – decisori pubblici – quanto dobbiamo rendere conto, in primo luogo, ai cittadini, alle persone come lui.
Elena Cattaneo
Docente alla Statale di Milano e Senatrice a vita
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Gli altri articoli che hanno raccontato la storia di Fiorini e della sua scelta
…in Italia
19 giugno 2016 – “Lascio tutto alla ricerca”. La generosità di Franco che ha lottato contro la polio – M. Smargiassi – La Repubblica
… e all’estero
22 giugno 2016 – Stranger bequeaths fortune to prominent neuroscientist – A. Abbott – Nature