Sul Corriere della Sera di lunedì 23 maggio, la senatrice Cattaneo torna a scrivere delle Piattaforme Nazionali da individuare, costruire e mantenere presso lo Human Technopole di Milano. La seconda fase della consultazione che coinvolge tutta la comunità scientifica italiana del settore delle Scienze della vita è in corso e si chiuderà il 31 maggio.
Ecco l’articolo della senatrice Cattaneo.
“La nuova missione della Fondazione Human Technopole (HT) come polo scientifico infrastrutturale a sostegno della ricerca scientifica continua a farsi strada. Tutto è nato nel dicembre 2019, grazie all’impegno di Governo e Parlamento, che con la legge n.160 hanno deciso di investire in modo continuativo risorse dello Stato per garantire agli studiosi di Scienze della vita l’accesso competitivo ad approcci sperimentali e apparecchiature sempre all’avanguardia, da realizzarsi in HT con apposite Piattaforme Nazionali (PN), di tutti e per tutti, che i singoli Enti, Università, IRCCS, Fondazioni non potrebbero permettersi. Oggi l’attività di HT può dirsi “duale”, nel senso che il 45% (a regime, ben 67 milioni) delle risorse che lo Stato destina annualmente all’Ente resta disponibile per le sue ricerche interne, mentre la quota maggioritaria (55%) di quei fondi è vincolata alla realizzazione delle PN e all’accesso da parte della comunità scientifica nazionale, con totale copertura dei costi. Si tratta di 67 milioni dedicati alle PN nel 2021, 73 milioni nel 2022 e, dal 2023, 77 milioni di euro all’anno, per sempre.
Per individuare le piattaforme, un Comitato tecnico costituito ad hoc ha organizzato una consultazione pubblica la cui prima fase si è svolta l’estate scorsa, mentre la seconda, rivolta a tutta la comunità degli studiosi, si è aperta lo scorso 19 aprile. I 167 enti rappresentativi del settore delle bioscienze coinvolti nella prima fase hanno elaborato ben 29 proposte, con un lavoro durato mesi che ha visto collaborare decine di ricercatori da enti diversi. Secondo le informazioni disponibili sui siti di Mur, Ministero Salute e HT, il Comitato Tecnico ha raggruppato ora le proposte selezionate in tre aree progettuali (“OMICS”, “IMAGING” e “DATA ANALYSIS”). Su queste è ora in corso l’ultimo round della consultazione che si chiuderà a fine maggio: a ciascun ricercatore, forte delle competenze e conoscenze acquisite sul campo, è data la possibilità di compilare un modulo per proporre, motivandole, eventuali migliorie alle PN prescelte. La comunità scientifica italiana delle Scienze della vita si trova al centro di un processo pubblico, aperto, inclusivo e trasparente credo senza precedenti nel nostro Paese.
La sfida a cui corrispondere è infatti unica nel suo genere: creare un epicentro nazionale delle scienze della vita a cui ogni studioso del Paese (in primo luogo i giovani dei tanti laboratori d’Italia, spesso senza mezzi per i loro progetti) possa accedere autonomamente per via competitiva per completare la propria ricerca grazie alle tecnologie offerte dalle PN – con la copertura totale di ogni fase -, per poi riportare al proprio Ente nuovi risultati, collaborazioni, competenze.
Il 31 maggio la consultazione si concluderà. La relazione finale del Comitato Tecnico tirerà le somme delle due fasi; ne risulterà un elenco, in scala di priorità, delle PN richieste dalla comunità scientifica del settore, complete dei relativi servizi, attività e tecnologie, da realizzare presso HT. L’ultima fase del processo sarà poi nelle mani della governance di HT, cui spetterà deliberare la realizzazione delle PN.
Il passaggio di testimone dal Comitato Tecnico, che cura la fase delle consultazioni, alla Fondazione è particolarmente delicato. I tempi delle consultazioni, oltremodo dilatati, e il sistema di raccolta delle proposte – sia della prima che della seconda fase di consultazione -, poco rispondente alle best practices formali cui gli scienziati di settore sono abituati, appaiono infatti indice di uno scarso impegno da parte di HT, in quanto responsabile dell’organizzazione tecnica della consultazione, sulla buona riuscita dell’iniziativa. Ma c’è un’anomalia più preoccupante: nel Piano Strategico 2020-2024 della Fondazione, approvato dal Consiglio di Sorveglianza a fine 2020 e reso pubblico nel gennaio 2021, non vi è pressoché alcun riferimento agli interventi normativi (la legge del dicembre 2019 e la Convenzione da essa prevista, poi firmata nel dicembre 2020) che ne ridefinivano la mission prevalente come infrastruttura scientifica con risorse vincolate, per la parte maggioritaria, all’apertura al servizio della comunità scientifica nazionale. Un win-win per la ricerca italiana e lo stesso HT.
I ruoli apicali della Fondazione HT sono prossimi alla scadenza: è in corso la call internazionale per il nuovo direttore scientifico; la carica del Presidente è scaduta a metà maggio, insieme a quella degli altri membri di nomina ministeriale del Consiglio di Sorveglianza. Una delle priorità del rinnovo delle cariche dovrebbe essere individuare una nuova governance che, in discontinuità con il recente passato, sia pronta a dedicarsi ‘anima e corpo’ e a tempo pieno agli obiettivi di apertura posti dalla legge, indispensabili per la realizzazione della missione nazionale di HT.
Il successo dell’iniziativa non si limiterà ad assicurare la competitività delle Scienze della vita in Italia, ma sarà propedeutico a che il Paese adotti stabilmente – prove alla mano – un nuovo paradigma di promozione pubblica della ricerca in grado di attenuare le disparità di opportunità tra enti e ricercatori di tutte le provenienze geografiche e disciplinari. Un modello prezioso, perché democratico nell’accesso e competitivo negli esiti”.
A questo link è possibile consultare e scaricare l’articolo in formato PDF.