Sul primo numero di Repubblica del 2018, molti esperti di scienza e medicina raccontano le conquiste scientifiche realizzate nel 2017 e fanno ipotesi e auspici per l’anno che si apre. La senatrice Cattaneo scrive una lettera all’anno che verrà, ricordando come la scienza spinga sempre più in là la frontiera del possibile.
Ecco la lettera con gli auspici di Elena Cattaneo al 2018 appena iniziato:
È sempre difficile immaginare quali saranno le scoperte dell’anno che verrà. La scienza è imprevedibile o, meglio, sappiamo che ci porterà sempre un passo più avanti rispetto a quanto immaginiamo. Potrebbe donarci addirittura “salti quantici” in ambiti, tempi e settori lontani. Oppure, più raramente, chiudere prospettive che sembravano a portata di mano. Di sicuro ci consegnerà risultati con la certezza di un metodo che è l’arma più potente che abbiamo per raggiungere una conoscenza della realtà il più possibile oggettiva, verificabile, affidabile. Come di sicuro sappiamo anche di non sapere “quanto ci metterà” per arrivare a un avanzamento fruibile, a una nuova storia da raccontare. Ma la tensione verso la comprensione e il miglioramento dell’esistente è continua, e quello che ieri sembrava impossibile oggi è diventato reale.
Passando in rassegna alcune delle conquiste scientifiche della medicina più importanti del 2017, penso alla storia di Hassan, un bambino affetto da epidermolisi bollosa che giaceva sedato in un letto d’ospedale, a cui un’equipe dell’Università di Modena e Reggio Emilia ha “ricostruito” quasi un metro quadrato di pelle partendo da pochi milioni di sue staminali, permettendogli di tornare a vivere e a giocare. Penso agli approcci di medicina rigenerativa per il Parkinson che si stanno studiando a Lund, in Svezia, grazie alle staminali embrionali, dalle quali i ricercatori riescono ad ottenere neuroni dopaminergici da trapiantare, neuroni che sono meravigliosamente simili a quelli umani persi nella malattia. Nel 2018, sulla base di solidi risultati pre-clinici ottenuti nell’animale, partirà la prima sperimentazione clinica di trapianto nell’uomo che potrebbe aprire strade anche per altre malattie. Penso all’Huntington, malattia neurodegenerativa genetica per la quale si stanno studiando farmaci molecolari che “silenziano” il gene mutato, con l’obiettivo di interrompere il decorso di malattia o rallentarne l’insorgenza. È dal 1993 che conosciamo quel gene. Un quarto di secolo dopo, nel 2018, avverrà la svolta, sapremo cioè se saremo in grado di “spegnerlo”. Una prima rivelazione da togliere il fiato è di pochi giorni fa: il farmaco silenziante produce una riduzione dei livelli di proteina mutata nell’uomo. Non si era mai vista una cosa del genere. Ma oltre a silenziare si può anche correggere il DNA, in altre malattie, usando Crispr, un sistema scoperto nei batteri (santa ricerca di base!). Sono quindi aumentate in modo esponenziale le strategie che possono realizzare conoscenza e aspettative di cura per tutti noi.
Penso alle tante cose che abbiamo sotto gli occhi oggi che guarderemo con occhi diversi domani, stupiti e rapiti da tutti gli “impossibile” che diventano “possibili” grazie al lavoro di migliaia di colleghi nel mondo, studiosi di tutte le discipline. Vorrei ringraziarli, tutti, soprattutto quelli che non faranno notizia e quelli che falliranno, e saranno tanti, anche nel 2018. Ringraziarli per la fatica che li vedrà impegnati nel farci superare le prossime frontiere dell’ignoto e che, anche nel fallimento di idee e esperimenti —di cui sentiranno tutto il peso— contribuiranno, eliminando le vie sbagliate, a percorrere quella giusta, in una staffetta perenne e silenziosa, che è la tenace marcia della comunità scientifica verso le “frontiere senza fine” per consegnarci benessere, sicurezza, miglior vita, futuro per un numero speriamo sempre maggiore di persone.
Che il nuovo anno porti nel mondo e nel nostro Paese anche più consapevolezza di cosa potrebbero fare, per la convivenza civile, un po’ di scienza e di realtà in più.
Buon 2018.
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