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“I guaritori-santoni non moriranno mai: sfruttano la disperazione” – Da La Stampa del 20 settembre 2018

Perché le persone si lasciano spesso convincere da sedicenti “guaritori”, santoni, stregoni che promettono cure miracolose? Su quali meccanismi fanno leva? E perché la voce della scienza è sempre meno ascoltata? Niccolò Zancan intervista Elena Cattaneo su La Stampa del 20 settembre 2018.

“Crudismo, cura della non cura, bicarbonato di sodio contro i tumori, metodo Di Bella: gli stregoni stanno tornando, o forse non se ne sono mai andati. Per questo diventa sempre più importante il lavoro di persone come la Senatrice a vita Elena Cattaneo, già neuroscienziata, che dai laboratori è passata al lato più combattuto della scienza, quello della divulgazione.

«Gli stregoni non passano mai di moda. Intercettano i nostri desideri e le speranze. In ambito medico trovano forza lì dove ancora mancano trattamenti sicuri ed efficaci nonostante le conoscenze scientifiche continuino a crescere. Dal siero di Bonifacio a Vannoni, il copione è sempre lo stesso: ci si approfitta del dolore delle persone, vendendo a caro prezzo un’illusione di cura. Il ciarlatano conquista usando un linguaggio persuasivo, sua unica arma. Alimenta un fiume carsico che ciclicamente viene all’attenzione dell’opinione pubblica. Il suo nome rifugge le riviste scientifiche, ma riempie il web e le piazze. Contenere questa deriva è compito del “sistema immunitario” delle istituzioni, con l’Ordine dei Medici e le autorità sanitarie del Paese che recentemente ne hanno dato prova».


È esagerato dire che in Italia la scienza è sotto attacco?

«Piuttosto parlerei di divaricazione del discorso pubblico, della politica, dalla realtà dei fatti. Se si comincia a teorizzare che in ogni ambito del sapere un’opinione vale l’altra, che lo studio, il metodo scientifico, la cultura sono orpelli inessenziali alla conoscenza della realtà, ecco che qualsiasi “trovata”, adeguatamente narrata, può diventare “soluzione”, “cura”, con enormi danni ai singoli e alla collettività».

Esiste un problema di comunicazione?
«Esiste un problema di scarsa attitudine al ragionamento scientifico in tutti i campi del vivere civile, prima di tutto nell’istruzione. In un momento storico in cui le convinzioni si formano e si disfano nello spazio di uno status Facebook, c’è più che mai bisogno di imparare e insegnare ad applicare rigorosamente il metodo scientifico: della prova, dell’errore, dell’evidenza da cui partire. La ragione è il più potente antidoto agli stregoni di tutti i tempi».

Dopo aver combattuto per smascherare la truffa del cosiddetto metodo Stamina, lei sta cercando di spiegare l’inutilità dell’omeopatia. Quali ostacoli incontra?
«Finché sarà consentito definire i preparati omeopatici “medicinali” sarà più difficile far capire che cure non sono. È tempo di attuare quanto richiesto dal Comitato nazionale di bioetica aggiornando la denominazione sulle etichette per informare i cittadini. Un buon punto di partenza per ribadire che si tratta di acqua e zucchero, talvolta agitata, in cui non vi è praticamente alcuna molecola di principio attivo rintracciabile. Un’illusione di cura pericolosa, se ritarda o sostituisce l’assunzione di un trattamento di provata efficacia».

La scorsa settimana un bambino reduce da un trapianto di midollo osseo non è potuto andare a scuola vicino a Padova: cinque compagni di classe non erano vaccinati. Cosa si sente di dire ai genitori di quel bambino?
«Che sono loro vicina, vicina al dolore e, credo, alla rabbia di vedersi menomati di fatto nel diritto fondamentale all’istruzione. So che non è facile, per un genitore, veder diventare pubblica una vicenda così delicata che riguarda la salute del proprio bambino, ma voglio esprimere loro la mia gratitudine per aver sopportato anche questo peso. In questo modo i cittadini e il legislatore possono toccare con mano l’importanza di non smantellare una politica vaccinale che nella sua sistematicità, nell’effetto gregge, trova la sua forza a difesa di tutti noi e soprattutto dei più fragili». ”

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