Su La Stampa di sabato 15 giugno, la senatrice Cattaneo racconta l’apertura al Paese delle Piattaforme Nazionali di ricerca presso lo Human Technopole di Milano, riportando alcuni momenti particolarmente significativi dell’evento di presentazione svoltosi presso l’Auditorium del Ministero della Salute a Roma il 10 giugno.
Ecco l’articolo della senatrice Cattaneo.
“We are open”. Lo Human Technopole (HT) apre ufficialmente le porte ai ricercatori italiani di università, IRCCS ed enti pubblici di ricerca nel settore delle scienze della vita. Dal 10 giugno gli studiosi del Paese possono fare richiesta di accesso, con la totale copertura delle spese, alle più avanzate strumentazioni, procedure e competenze messe a disposizione dalle Piattaforme Nazionali (PN) del tecnopolo milanese. Qui potranno sviluppare la parte tecnologica dei loro progetti di ricerca. Si chiama “bando” ma in realtà è una rivoluzione scientifica, strutturale, concettuale. Un totale cambiamento di rotta rispetto alle premesse su cui la Fondazione HT era nata, nel 2015, con una decisione politica del tutto arbitraria e col rischio di caratterizzarsi come un nuovo feudo dorato della ricerca, dotato a priori di un flusso costante e privilegiato di risorse pubbliche ad uso esclusivo di pochi interni.
Ad una visione di ricerca “multi-scala” in grado di studiare la complessità dei sistemi biologici dal micro al macro – dai batteri alle cellule, ai tessuti, agli organi fino agli esseri viventi – è ispirato il piano strategico 2024-2028 di HT, presentato lunedì scorso in un convegno al Ministero della Salute dal nuovo direttore scientifico dell’ente Marino Zerial, forte dell’esperienza maturata al Max Planck di Dresda. Il piano farà da guida per lo sviluppo della ricerca interna dell’ente. Ma, dal dicembre 2019, HT è diventato anche molto di più. La legge di Bilancio di quell’anno, infatti, gli ha assegnato l’onere e la sfida di una missione nazionale: la realizzazione di un insieme di piattaforme tecnologiche nazionali – individuate a valle di una consultazione pubblica della comunità scientifica – da rendere disponibili con accesso gratuito ai ricercatori di tutto il Paese.
La svolta che ha permesso di superare definitivamente l’originaria impostazione di chiusura è arrivata con l’insediamento della nuova governance: il presidente Gianmario Verona, esperto della gestione strategica e organizzativa della tecnologia e dell’innovazione, il direttore Zerial e il rinnovato Consiglio di sorveglianza. Sono stati inoltre selezionati cinque ‘super-specialisti’ come responsabili delle cinque PN emerse dalle consultazioni pubbliche. Un traguardo partecipato dall’intero tecnopolo.
Il risultato è un modello innovativo di infrastruttura di ricerca aperta, aggregativa, inclusiva e interdisciplinare, unico in Italia e – per molti aspetti – nel mondo, che non solo svolge la sua ricerca interna, ma se ne fa forte anche nell’assumere la missione nazionale di progettare, predisporre e organizzare piattaforme di ricerca per tutti, in un interscambio virtuoso tra progetti di frontiera e tecnologie esistenti. Il percorso per arrivare fin qui è stato faticoso, ma assolutamente necessario a far sì che i ricercatori di tutta Italia siano oggi liberi di inviare una richiesta di accesso attraverso il sito web di HT. La valutazione sarà affidata a una Commissione indipendente di studiosi esteri di prestigio privi di affiliazioni con enti italiani. I ricercatori la cui richiesta sarà accolta avranno accesso gratuito alle competenze e ai servizi delle PN. Il tecnopolo offrirà anche la possibilità di candidarsi a seguire corsi di formazione sull’uso delle tecnologie delle Piattaforme.
La portata della rivoluzione che l’apertura delle PN di HT potrà innescare nelle scienze della vita è chiara dalle parole che i rispettivi responsabili hanno rivolto, emozionati ed entusiasti, direttamente alla comunità degli studiosi durante l’evento del 10 giugno. “Il futuro lo scriviamo insieme”, ha detto Giovanni Fagà, a capo della piattaforma di editing genomico; Nicola Maghelli, responsabile della PN di microscopia ottica, si è dichiarato “impaziente” di vederla aperta e attiva nel Paese; Paolo Swuec, l’esperto che guida la PN di biologia strutturale, ha condiviso l’emozione di essere stato per anni “un utente” di piattaforme di ricerca e di avere sempre sognato questo tipo di tecnologie prima di arrivare ad esserne responsabile, e ha concluso affermando che “non vogliamo mai rispondere ’non si può fare’”, anche di fronte alle richieste più ambiziose e visionarie. Con loro Clelia Peano, grande esperta che ha diretto dai primi passi l’implementazione della PN di genomica di HT, mirata a diventare un punto di riferimento nel Paese per progetti che altrimenti non sarebbero realizzabili dai singoli, nonostante le enormi competenze nel settore. Infine, Alberto Riva, responsabile della fondamentale PN di analisi dei dati senza la quale le altre non potrebbero operare.
Un enorme cambio di passo per l’ente e per l’Italia, che in questa fondazione di diritto privato finanziata dal pubblico può trovare un modello concreto a cui guardare per l’investimento pubblico in ricerca, per molte ragioni: la chiarezza della sua missione duale, intramurale e nazionale; la sua organizzazione trasparente; l’unicità e la responsabilità di una visione scientifica coerente; il bilanciamento dei controlli interni tra organi; la rigorosa attenzione alla rendicontazione e all’efficientamento delle risorse e delle funzioni. I prossimi mesi saranno fondamentali per testare il sistema di accesso e formazione presso le PN.
“Se saremo bravi” concludeva Zerial, consapevole della portata della sfida e abituato ai più alti standard di competenza e trasparenza. “Se saremo bravi” come comunità scientifica nazionale, aggiungo io, a proporre il meglio, a lavorare e crescere insieme, a comprendere l’occasione che si prospetta per accrescere la nostra conoscenza e beneficiare delle ricadute positive della ricerca, anche di quella dei più giovani, cui le PN guardano con attenzione. Allora vinceremo tutti. Vinceranno le istituzioni, Parlamento e Governo, a cui si deve l’approvazione all’unanimità di questa iniziativa, in una notte fonda del dicembre 2019. E, soprattutto, vinceranno i cittadini che vedranno garantito l’uso migliore delle risorse pubbliche affidate alla ricerca.
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