Attività promosse dalla Sen. Elena Cattaneo in Senato
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Chi ha paura di mangiare la carne coltivata – Da La Stampa del 2 luglio 2023

In vista del convegno sull’innovazione a tavola organizzato presso il Senato per il 13 luglio 2023, la senatrice Cattaneo, insieme alla presidente e al vicepresidente del Gruppo per le Autonomie Julia Unterberger e Luigi Spagnolli, ricorda, in un articolo pubblicato su La Stampa domenica 2 luglio, come nella storia dell’umanità molte innovazioni siano state avversate inizialmente a causa di timori infondati, come sembra stare avvenendo anche per la carne ottenuta da colture cellulari.

Di seguito, l’articolo dei tre senatori, anche promotori del convegno.

“Sia il timore dell’ignoto che la curiosità accompagnano la specie umana da sempre. La paura, la diffidenza, l’istinto a fuggire davanti a ciò che non conoscevamo sono stati fondamentali per sopravvivere per millenni ai pericoli della natura; eppure, se siamo riusciti a progredire nei secoli e a migliorare man mano le nostre condizioni di vita, è stato solo grazie alla curiosità, al desiderio incontenibile di sapere di più, al coraggio di mettersi in gioco, superando quella paura iniziale per scoprire qualcosa di nuovo.

Dalla ruota alla scrittura, dal fuoco alla bussola, dalle navi ai treni, dal miglioramento genetico alle potenzialità delle cellule staminali embrionali, le nuove scoperte spesso, in una parte della popolazione, suscitano quello che alcuni antropologi culturali definiscono “panico morale”: la reazione di paura generalizzata che scatta quando tecnologie particolarmente rilevanti si affacciano per la prima volta in una società.

Due secoli fa, quando le prime locomotive a vapore fecero la loro comparsa negli Stati Uniti, si diffuse fra gli abitanti del Far West il terrore per gli effetti della velocità che questi nuovi mezzi su rotaia erano in grado di raggiungere. Si pensava, infatti, che l’uomo non fosse fatto per viaggiare a ben 80 chilometri orari: l’accelerazione avrebbe potuto essere fatale, portando alla disgregazione del corpo, oppure, nelle donne, ad un’improvvisa fuoriuscita dell’utero.

In tempi più recenti, altre innovazioni hanno scatenato e continuano a scatenare più timore che approvazione, pur in mancanza di qualunque motivazione scientifica. Mentre gli studiosi presentano con entusiasmo le loro scoperte, i cittadini già ne immaginano e ne temono le (non importa quanto improbabili) conseguenze negative, spesso in questo assecondati da un’allarmistica grancassa mediatico-politica che esalta lo status quo, non sulla base di ragioni solide, ma perché restia ad assumersi la difficile responsabilità di comprendere e governare i processi di innovazione.

Ecco allora che oggi ancora prima della valutazione dell’EFSA, autorità di controllo europea, sulla possibile autorizzazione al consumo di una novità scientifica come la carne coltivata, ancora prima di sapere, studiare e capire, il governo si precipita a presentare un disegno di legge per vietarne la produzione in Italia. E lo fa pur consapevole che, un domani, con l’eventuale autorizzazione dell’EFSA, non potrà vietarne l’importazione e la vendita. La proposta di legge è ora al vaglio delle Commissioni Agricoltura e Sanità del Senato che, terminato il ciclo di audizioni, nelle prossime settimane ne decideranno le sorti e contenuto.

Per alimentare il dibattito fuori e dentro il Parlamento sull’opportunità di proibire la carne coltivata, e per scongiurare l’appiattimento e la polarizzazione delle argomentazioni sul tema, giovedì 13 luglio il Gruppo per le Autonomie ha organizzato in Senato il convegno scientifico dal titolo “Innovazione a tavola: studiare è meglio che vietare”. L’incontro, trasmesso anche in streaming, vedrà alternarsi esperti di cellule staminali che studiano innovazioni come la carne coltivata, studiosi di psicologia sociale e dei processi culturali, divulgatori scientifici. Il tutto per riflettere sulle differenze in termini di danni/benefici tra una politica chiusa al progresso scientifico e una volta a promuoverlo e a governarlo.

I lavori preparatori di una legge, quando accompagnati da un adeguato dibattito pubblico, dimostrano la volontà e la capacità delle istituzioni di valorizzare le informazioni e i dati disponibili su cui costruire le migliori regole comuni proiettando il Paese in un futuro di libertà e benessere. Procedere senza voler sapere, o ignorando deliberatamente le evidenze che la scienza ci mette a disposizione – o, peggio, contraddicendole – non può comunque cambiare la realtà che si intende normare. Proseguendo su questa strada, l’unico esito possibile sarà quello di danneggiare ancora una volta il ‘capitale cognitivo’ di quella stessa Italia “sovrana” che a parole si vorrebbe salvare, isolandola nella cecità dell’ignoranza, mentre – oltrepassato il confine più prossimo – il resto dell’orbe terracqueo, indifferente, va avanti”.

Elena Cattaneo – Docente alla Statale di Milano, Senatrice a vita
Julia Unterberger – Presidente del Gruppo Per le Autonomie del Senato
Luigi Spagnolli – Vicepresidente del Gruppo per le Autonomie del Senato

A questo link è possibile consultare e scaricare l’articolo in formato PDF.