Attività promosse dalla Sen. Elena Cattaneo in Senato
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Biodinamica in Senato: gli interventi della Senatrice Elena Cattaneo

In occasione del voto in Senato di un disegno di legge sull’agricoltura con metodo biologico, il 20 maggio 2021, la senatrice Cattaneo ha presentato alcuni emendamenti per rimuovere dal testo del ddl i richiami espliciti all’agricoltura “biodinamica”, spiegando come quest’ultima sia una pratica basata su princìpi esoterici e antiscientifici.

A questo link è possibile scaricare il testo del discorso della senatrice a vita Elena Cattaneo in discussione generale e dei tre interventi di illustrazione degli emendamenti, in formato PDF.

A questo link, invece, si può consultare e scaricare il testo del discorso e dell’illustrazione degli emendamenti, con in più gli interventi dei senatori che in Aula li hanno sostenuti.

Sul sito del Senato è disponibile il resoconto stenografico della seduta d’Aula numero 329 del 20 maggio 2021.

Tramite la WebTV del Senato è possibile rivedere e riascoltare la seduta d’Aula.

A questo link, l’articolo della Sen.ce Cattaneo uscito sul Messaggero del 19 maggio, in cui si preannunciava la presentazione degli emendamenti e se ne spiegavano le motivazioni.

Qui la lettera inviata da scienziati e imprenditori agricoli ai senatori per esprimere la propria contrarietà alla citazione della “biodinamica” in un testo di legge.

Riportiamo di seguito, come da resoconto stenografico del Senato, il discorso della senatrice Cattaneo in discussione generale e i tre interventi di illustrazione degli emendamenti.

 

Legislatura 18ª – Aula – Resoconto stenografico della seduta n. 329 del 20/05/2021

Discussione del disegno di legge (988) – Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico

Intervento Sen.ce a vita Elena Cattaneo

Signor Presidente, gentili colleghi, membri del Governo,

come primo commento generale mi viene da dire che forse ci si poteva o doveva aspettare una legge sull’agricoltura tutta, che coinvolge circa 500.000 aziende, e non su un’agricoltura di nicchia, i cui numeri andrebbero veramente spiegati in modo proprio, perché sostenere che il 16 per cento del terreno italiano è dedicato all’agricoltura biologica non spiega quanta di quella percentuale è dedicata a prati e pascoli, che ricevono sussidi, ma non producono nulla. Quindi bisogna veramente spiegare.

Torniamo alla legge. Noto con piacere – lo voglio riconoscere al relatore e alla Commissione – alcune migliorie al testo, che hanno almeno in parte recepito indicazioni e rilievi provenienti dal mondo produttivo e dagli studiosi in ambito agricolo. Sottolineo due migliorie: l’introduzione del nodo dei controlli all’articolo 19 e l’eliminazione del riferimento all’interesse nazionale dall’articolo 1. Rispetto a questo aspetto, ho espresso in più occasioni come non vi sia alcun interesse nazionale in un protocollo produttivo di nicchia i cui prodotti non offrono alcuna garanzia di maggiore salubrità e alcun maggiore apporto nutrizionale significativo, come è scientificamente accertato e come è anche indicato nelle linee guida alla ristorazione del nostro Ministero della salute. In sintesi, si tratta di prodotti che si trovano nei supermercati a prezzi doppi o tripli rispetto a quelli privi di certificazione biologica, ma che non hanno nulla di più se non il prezzo. Ecco perché mi spaventa, seguendo le parole del relatore, che si voglia incentivare il consumo del biologico. Perché?

Se anche viene ristabilito un principio di realtà, rimuovendo il riferimento all’interesse nazionale, ho comunque molti motivi di dissenso su questo disegno di legge. Oggi ne tratto uno, che reputo essere un’abnormità normativa e che in primo luogo, se non affrontato da noi oggi con una meditata riduzione del danno, esporrà quest’Assemblea al ridicolo scientifico.

Ho presentato tre emendamenti volti a eliminare almeno il richiamo esplicito e il riconoscimento in via preferenziale a pratiche non solo antiscientifiche, ma schiettamente esoteriche e stregonesche.

Mi riferisco all’equiparazione, ai fini del presente provvedimento, tra l’agricoltura biologica e quella biodinamica, una pratica agricola i cui disciplinari internazionali comprendono l’uso di preparati a base – cito testualmente – di letame infilato nel cavo di un corno di una vacca che abbia partorito almeno una volta. (Applausi). Il corno, una volta riempito, viene sotterrato per fermentare durante l’inverno e recuperato nei giorni prossimi alla Pasqua per essere sottoposto alla – cito – fondamentale operazione di miscelazione e dinamizzazione con acqua tiepida di sorgente, pozzo o piovana, che ha una durata di circa un’ora e può essere effettuata manualmente, ma anche tramite macchine speciali.

Vi ricordo che i bovini non perdono le corna come i cervi; le corna vanno segate dai crani, ma il disegno di legge n. 988 (né – mi sembra – alcun disciplinare) non ci spiega purtroppo se si deve prima macellare l’animale e tagliare le corna, oppure se queste vanno potate dall’animale ancora vivo. (Applausi). Sarebbe meglio disciplinare questa pratica per evitare abusi.

Questo che vi ho appena segnalato si chiama preparato 500 dell’agricoltura biodinamica (detto anche cornoletame). Ascoltate come funziona. Secondo il disciplinare, le corna di vacca catturano, quando la vacca è in vita, i raggi cosmici affinché, quando sarà morta o a corna espiantate, il letame in quei corni, seppelliti e diseppelliti in funzione di combinazioni astrali, riceverà le forze eteriche astrali catturate dalla punta del corno, aumentando così il potere di quel letame quando è disseminato sul campo. (Applausi).

Mi sono sempre chiesta quale sarà la dose di raggi cosmici che le corna devono catturare (le vacche devono essere primipare) affinché tutto ciò risulti efficace.

Nei preparati dell’agricoltura biodinamica c’è anche il preparato 502, ossia una vescica di cervo maschio riempita di fiori di achillea, lasciata essiccare al sole per tutta l’estate, sotterrata a 30 centimetri di profondità (non un centimetro in più) in autunno e dissotterrata sempre nel periodo di Pasqua.

Nello stesso disciplinare del marchio registrato Demeter, una multinazionale con sede all’estero alla quale si pagano royalty, si specifica che ogni preparato biodinamico sviluppa una forza potente e sottile, il cui effetto può essere comparato con quello dei rimedi omeopatici, ossia è assolutamente nullo e indimostrabile dal punto di vista scientifico. (Applausi).

Anche qui mi pongo delle domande. Per le vesciche, di quanti cervi maschi ci sarà bisogno? Una vescica per ogni azienda biodinamica? Esiste una deroga alla pratica venatoria che consenta l’abbattimento di tanti splendidi animali dai nostri parchi nazionali, oppure si pensa di importare dall’estero vesciche urinarie estirpate in altre Nazioni o continenti?

Colleghi, rimuovere la parola biodinamica dal disegno di legge, come chiedono i miei emendamenti, non impedisce ai produttori di perseguire queste pratiche e ottenere la certificazione di prodotto biologico (per averla basta rispettare i protocolli), ma esplicitare il riferimento al biodinamico in questo testo di legge avrà l’effetto di dare dignità al cornoletame. Aggiungo anche che si tratta non di equiparazioni tra biologico e biodinamico solo per la parte nella quale il biodinamico mima le pratiche biologiche, ma di una totale equivalenza, al punto che il disegno di legge in discussione prevede che una quota di fondi pubblici venga dedicata specificamente alla ricerca scientifica, alla formazione nel settore biologico e, quindi, all’equiparato biodinamico.

Se quest’equiparazione restasse esplicita (non ci può essere alcun fraintendimento sul suo significato), enti e portatori di interesse potrebbero organizzare corsi e progetti incentrati sull’esoterismo biodinamico con i soldi dei cittadini italiani. Grazie ai fondi previsti dalla legge si potrebbero creare attività e istituire insegnamenti, con tanto di crediti formativi, sulla profondità migliore a cui sotterrare le vesciche di cervo, sulla direzione giusta con cui mescolare il letame o su come meglio orientare la vacca al pascolo perché catturi raggi cosmici. (Applausi).

Credo che l’errore nel sostenere tutto ciò derivi da una cattiva lettura di un regolamento UE del 2018, relativo alla produzione biologica, dove compare la parola «biodinamica», ma non per un’equiparazione. È una mera citazione. Due citazioni danno la definizione di preparati biodinamici come miscele tradizionalmente utilizzate nell’agricoltura biodinamica. La terza citazione si limita a dire che è consentito l’uso dei preparati biodinamici. Questa citazione è sufficiente a sdoganare l’esoteria biodinamica nelle leggi italiane.

Naturalmente il fine ultimo è creare mercato per prodotti che non hanno alcuna caratteristica superiore scientificamente accertata rispetto a quelli da agricoltura integrata, se non i costi. Continuerò, pertanto, a fare la mia doverosa parte per segnalare in ogni occasione che i prodotti biodinamici, come i prodotti da agricoltura biologica che si trovano nella grande distribuzione, non hanno migliori caratteristiche nutrizionali, né hanno miglior cura dell’ambiente, prevedendo entrambi i disciplinari, biologico e biodinamico, ampie deroghe che consentono loro di utilizzare pesticidi di sintesi, che salvano le nostre colture dagli attacchi dei parassiti, consentendo a tutti di avere buoni e salutari prodotti.

Presidente, rimarco che abbiamo bisogno di prodotti sani per tutti e di fatto li abbiamo. Lo certifica la European food safety authority (ESFA). I nostri prodotti integrati bioconvenzionali sono tra i più sicuri al mondo ed è questo il messaggio di interesse nazionale che vorrei tutelato da una politica basata sulle evidenze.

Concludo senza nascondervi che da cittadina, prima ancora che da studiosa di scienze della vita, con esperienza ormai trentennale, provo sconcerto, sconforto e, quindi, dissento di fronte alla legittimazione per via parlamentare nell’ordinamento di uno dei Paesi più avanzati al mondo di pratiche antiscientifiche, esoteriche e stregonesche, specialmente se penso che, a sancire la superiorità del cornoletame sulle evidenze scientifiche, è la Camera alta del Paese che guida il G20, proprio nell’anno in cui per combattere la pandemia da Covid-19 il ruolo indispensabile della scienza è stato universalmente riconosciuto, celebrato e, anche in quest’Aula, osannato. (Applausi).

 

Illustrazione emendamenti Sen.ce a vita Elena Cattaneo 

1.200 – Al comma 3, dopo le parole: «Sono a tal fine equiparati» sopprimere le seguenti: «il metodo dell’agricoltura biodinamica ed». 

Signor Presidente,

credo che, nell’illustrare gli emendamenti da me presentati troverete anche le risposte a quanto espresso nella replica dal relatore. In particolare, l’emendamento 1.200 elimina dal comma 3 dell’articolo 1 il riferimento specifico all’agricoltura biodinamica, che trovate nel testo, poiché è una pratica priva di riferimenti scientifici fondata su principi esoterici e stregoneschi.

In ogni caso, poiché, come è specificato nello stesso comma 3, esiste una procedura di equiparazione fissata dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, a cui ogni metodo rispettoso dei disciplinari biologici può provvedere a conformarsi, è irragionevole citare esplicitamente solo quello specifico tipo di agricoltura, come possibile sottoinsieme di metodi equiparabili al bio. Ritengo che questo regime di eccezione e di tassonomia esplicita per la sola biodinamica sia un elemento di confusione per il cittadino consumatore e anche una discriminazione verso le altre pratiche agricole, comunque rispettose già oggi dei disciplinari del biologico, che non godranno di esplicito riconoscimento, e che segnali anche un evidente bias cognitivo del legislatore, cioè un malcelato favore preconcetto verso la pratica esoterica del biodinamico.

Come vedremo, questo preconcetto trova compiuta esplicitazione all’articolo 5, che prevede che solo il sottoinsieme della pratica biodinamica abbia diritto ad una rappresentanza specifica di propri portatori di interesse al tavolo tecnico per la produzione biologica. Per questi motivi, colleghi, vi chiedo di valutare attentamente l’emendamento e di considerare di votare in suo favore. Infine, voglio ribadire che, se questo emendamento fosse approvato, non vi sarebbe assolutamente nessuna conseguenza per i coltivatori biodinamici che rispettino i limiti e le regole del biologico e il legislatore si risparmierebbe di dare dignità di legge a idee che, per quanto suggestive, si rapportano alla realtà delle cose tanto quanto possono farlo gli oroscopi.

5.200 – Al comma 3, sopprimere le parole: «e da un rappresentante delle associazioni maggiormente rappresentative nell’ambito della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biodinamico».

Signor Presidente,

l’emendamento 5.200, come ho anticipato poc’anzi, mira a rimuovere dall’articolo 5 il riferimento specifico alla presenza nel tavolo tecnico di un portatore di interesse del cosiddetto metodo biodinamico.

Faccio questo per due motivi. Di fatto, tutti i metodi equiparati all’agricoltura biologica, in quanto a essa equiparati, come da articolo 1, comma 3, trovano già i propri rappresentanti nei membri che partecipano al tavolo per conto delle associazioni maggiormente rappresentative della produzione biologica.

In secondo luogo, citare esplicitamente la presenza di un rappresentante del metodo biodinamico significa privilegiare nella rappresentanza i portatori di interesse di tale agricoltura esoterica rispetto a quelli degli altri metodi equiparabili al biologico.

La previsione di una rappresentanza esclusiva dedicata a una sola delle possibili sottocategorie della coltivazione biologica, cioè la biodinamica, crea davvero una discriminazione rispetto ad altri metodi. Discriminazione, peraltro, fatta per legge, quindi destinata a durare nel tempo, che, per essere superata, necessita di un altro intervento legislativo volto a eliminare la disparità o a riservare ulteriori scranni alle nuove sottocategorie del biologico.

Chiedo quindi come sia possibile che questo sia il tipo di rappresentazione degli interessi del settore che davvero ritenete adeguato esser presente al tavolo tecnico istituito da questo articolo.

Per queste ragioni chiedo di valutare l’opportunità di votare favorevolmente all’emendamento.

8.200 – Al comma 1, sopprimere le parole: «e biodinamica».

Signor Presidente,

questo emendamento all’articolo 8, che tratta del Piano nazionale delle sementi biologiche, mira ad eliminare la parola «biodinamica» alla fine del primo comma e la ragione è evidente: si tratta di una specifica non necessaria, essendo di per sé evidente che se la biodinamica è equiparata al biologico, essendone una sorta di sottocategoria con aggiunte esoteriche e stregonesche, beneficerà comunque della disciplina di questo articolo dedicato al Piano nazionale delle sementi biologiche.

Ancora una volta, il riconoscimento espresso è una operazione di marketing del brand biodinamico e delle sue attività inserito in un contesto legislativo a cui confido questa Assemblea non voglia prestarsi. Chiedo quindi che voi consideriate con favore questo emendamento e siccome questo è l’ultimo emendamento dei tre che ho presentato, tutti volti alla stessa finalità, vorrei aggiungere qualche riflessione.

Le finalità dei tre emendamenti sono di risparmiare a questa Camera la responsabilità di inquinare l’ordinamento italiano con qualcosa che con le prove, la realtà e la scienza non ha nulla a che fare, tra l’altro in un settore importantissimo; di evitare a questa Camera di fare lo stesso errore commesso nella conversione del decreto della sperimentazione su Stamina e cioè aprire a una forma di legittimazione di attività esoteriche e stregonesche che lucrano sull’ignoranza dei consumatori. Tenete conto, poi, che tali organizzazioni da domani potranno farsi forte della Gazzetta Ufficiale per rivendicare una loro solidità.

Così da domani con questo provvedimento si alimenterà la confusione nei cittadini, perché alla domanda se sia sicuro che la biodinamica sia una pratica utile, migliorativa dei prodotti, qualcuno potrà rispondere che lo è certamente, in quanto è riconosciuta anche dalla legge. È esattamente la confusione che si creò con Stamina e voi tutti – perché alcuni di voi c’erano – conoscete la fatica e il dolore che costò smascherare Stamina, farla riconoscere per quello che a chi aveva un minimo di conoscenza della materia era evidente che fosse: una truffa fondata sulla credulità popolare, alimentata dai media, avallata da alcuni tribunali del Paese, a cui il Parlamento aveva risposto supinamente, aggravando quel che invece andava fermato. Vi ricordo, infatti, che fu proprio questa Assemblea, nell’aprile 2013, ad abbracciare Stamina quasi all’unanimità, sviata dalla discussione in Aula e fu proprio questa Assemblea poi a porre rimedio. Costò mesi e un’indagine conoscitiva voluta dalla collega precocemente scomparsa senatrice Emilia De Biasi, che disse, terminata l’indagine conoscitiva, alla conferenza stampa, senza mezzi termini, che il Parlamento aveva sbagliato. Spererei che non vogliamo sbagliare ancora così platealmente. Nella vicenda Stamina la Camera, grazie all’attivismo di alcuni, limitando i danni potenzialmente in grado di far saltare il Servizio sanitario nazionale, corresse quanto approvato dal Senato. Confido che la dinamica virtuosa del bicameralismo si ripeta anche per questo disegno di legge.

Concludo ponendovi qui in Aula, pubblicamente, la domanda che decine di eminenti studiosi e imprenditori contrari a questa legge hanno posto in una lettera inviata ieri a tutti i senatori. È una domanda essenziale per decidere dei temi in discussione, che potrà orientarci nel voto di quest’ultimo emendamento. La domanda è se può il Paese di Galileo Galilei sostenere economicamente, con denaro pubblico, pratiche magiche, peraltro facenti capo ad un marchio registrato estero. Personalmente, tra Galileo Galilei e i novelli alchimisti, ho ben chiaro chi e cosa sostenere nell’interesse dei cittadini: il metodo scientifico. Spero che, in queste settimane in cui grazie alle vaccinazioni il Paese comincia a rivedere la luce, dopo più di un anno di buio, la risposta possa essere chiara e univoca anche per voi.