Attività promosse dalla Sen. Elena Cattaneo in Senato
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“La nostra libertà, un vantaggio per tutti” – Dal Messaggero dell’8 ottobre 2020

Intervistata da Francesco Musolino del Messaggero in occasione del Nobel per la chimica assegnato alle scopritrici della tecnica Crispr-CAS9, Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna, Elena Cattaneo ricorda come la libertà di ricerca porti vantaggi a tutta la società.

Ecco l’intervista alla senatrice Cattaneo.

«Questa tecnica è un “game-changer”, una scoperta che cambia i giochi, al punto che oggi siamo in grado di intervenire sul Dna per “aggiustare” una lettera o una sequenza che sappiamo già, o scopriremo nei prossimi anni, essere causa di una malattia».

Elena Cattaneo, farmacologa, biologa e senatrice a vita, è fra i ricercatori italiani più noti al mondo e commenta l’importanza dell’assegnazione del Nobel per la Chimica 2020.

Emmanuelle Charpentier ha detto: «le donne possono lasciare un segno importante nella scienza ed è importante che lo sappiano le ragazze che vogliono lavorare nella ricerca». Senatrice, cosa ne pensa?
«Questo Nobel per una scoperta dall’infinito potenziale è l’ennesima conferma che la libertà conquistata dalle donne grazie alla conoscenza, allo studio, alla possibilità di fare ricerca è un vantaggio per tutta la società. Ma già un secolo fa in Italia abbiamo avuto Rita Levi Montalcini, esempio della scelta vincente di difendere la libertà di realizzare le proprie aspirazioni anche quando davvero tutto, persino la Storia, sembra remare contro». 

Ma oggi In Italia diamo la giusta importanza in termini di fondi alla ricerca scientifica?
«In Italia negli ultimi decenni abbiamo investito poco e male nella ricerca – malgrado sia provato che rappresenti la migliore forma di investimento sul futuro – con conseguenze drammatiche sulla nostra economia. Ma ora il programma Next Generation Europe ci offre l’occasione di invertire la marcia e impostare anche su questo il rilancio del Paese, coinvolgendo in primo luogo il nostro “capitale cognitivo”: i tanti giovani studiosi che riusciamo a formare in maniera eccellente ma poi costringiamo a emigrare all’estero per mancanza di possibilità di crescita».

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